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Misbah al-Hidayah

Misbah al-Hidayah Ilal-Khilafah wal-Wilayah, dell’Imam Khomeini, tradotto da Ruhollah Arcadi.

Dopo la traduzione del magistrale trattato dell’Imam Ķomeynī sul segreto della preghiera, abbiamo il piacere e l’onore di presentare al pubblico italiano quella, direttamente dall’originale arabo, della sua preziosa Fiaccola della Guida all’Intimità ed alla Luogotenenza Divine, la quale si occupa del significato trascendente di queste due ultime realtà e nozioni, senza prescindere dall’attuarsene effettuale, ed ai vari livelli dell’esistenza. Nozioni queste della massima importanza, perché esse danno ragione non solo della guida della comunità, ma anche della sostanza attuativa superna dei vari livelli della realtà.

Questo secondo un’accezione del termine arabo “ºirfān”, che abbiamo quivi tradotto, al fin di evitare incresciosi fraintendimenti occultistici, con “conoscenza”, qui nella sua accezione dottrinale, e non operativa, che la distingue e dal suo rapporto con i vari livelli subordinati inferiori, in arabo “ĥikmaħ”, e dalla mera assunzione umana di questi medesimi livelli, la cosiddetta “filosofia”, vale a dire, il pensiero argomentativo e discorsivo umano.

Pensiero discorsivo dal quale peraltro non è dato a chicchessia di fare a meno, di là da certi ingiustificati furori propri ad un becero letteralismo limitativo, e che inoltre, nella sua accezione superiore, vale a dire, nella sua veste argomentativa, sia pure in senso generale, laddove esso non abbia a pretendere di prescindere dai suoi principi attuativi, assoluti e relativi che siano, conserva pur sempre una sua imprescindibile validità al nostro livello d’esistenza.

Per quel che concerne le direttive alle quali ci siamo attenuti in questa traduzione, rinviamo a quanto premesso a quella del Segreto della Preghiera, quanto a note, traslitterazione, parentesi, aggiunte, citazioni, edizioni, osservando che anche qui ci siamo limitati a tradurre le note strettamente attinenti al testo, omettendo quelle estranee o superflue, specie per un lettore occidentale. Anche qui abbiamo omesso la preziosa introduzione di Sayyid Útyānī, che ci ripromettiamo di far pubblicare a parte. Ed anche qui abbiamo premesso una nostra introduzione d’indole generale sulla funzione dell’ºirfān, vale a dire, della conoscenza attuativa superna, nella dottrina e nell’opera dell’Imam Ķomeynī. Ci auguriamo che questo testo, foriero appunto dei livelli più elevati di realtà e conoscenza, possa essere ben accetto ad un pubblico quale quello italiano, che ne viene purtroppo sin troppo sovente fuorviato quanto alla natura autentica, o facendosi trascinare su vie morte e fallaci, o restando come sospeso a livelli generici privi d’attuazione e sbocchi reali.

Osservando che, a parte l’accezione dottrinale, sia pure a suo modo necessaria, ogni altra ulteriore esternazione del dominio della conoscenza pura e della realtà trascendente ad essa connessa, fatti salvi i segni rivelati e creati, e le sue inerenze intrinseche, specialmente sotto il riguardo operativo, con la costituzione di gruppi con pretese fattive, variamente articolati all’esterno, ad altro non può condurre, se non ad una sua o totale e parziale falsificazione, fatta salva la sua eventuale persistente relativa validità interiore.

È con queste premesse, che noi ci affidiamo in primo luogo all’ausilio d’Iddio Altissimo, sia magnificato ed esaltato, implorandoNe il successo del nostro conseguimento, ed in secondo luogo alla benevolenza del pubblico dei lettori, che osiamo sperare vorrà con essa ovviare ed emendare le nostre omissioni, le nostre incomprensioni, ed i nostri errori, più certi che eventuali, apprezzando invece quel sia pur minimo profitto che essi potranno venire a trarre dalla nostra modesta opera.


Roberto Ruhollah Arcadi


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